Chiesa della Beata Vergine del Carmine

Galliera località antica

Festa della Patrona Beata Vergine del Carmine 16 Luglio
Dove si trova?

Beata Vergine del Carmine

Storia

La prima attestazione della presenza di una chiesa a Galliera è del 1192, anno in cui viene stipulata una donazione nel portico della chiesa di Santa Maria.

Nel 1366 Santa Maria di Galliera compare nell’elenco delle chiese del contado di Bologna. A quell’epoca le comunità dipendevano dalle pievi, in questo caso la pieve di riferimento era l’antica Pieve di S. Vincenzo.

Con la contro riforma iniziano le visite pastorali da parte del Vescovo di Bologna alle parrocchie e si ha traccia di queste visite a Galliera nei documenti dell’archivio della Pieve di S. Vincenzo.

Nel 1571-1578 la chiesa di Galliera è disegnata da Danti in un manoscritto che ritrae le varie chiese del contado bolognese.

Il 15 giugno 1775 l'arcivescovo di Bologna Card. Vincenzo Malvezzi, durante la sua visita pastorale, eresse la chiesa ad arcipretale, conferendo all'allora parroco don Francesco Antonio Ronchini il titolo di arciprete.

Pur avendo scongiurato la distruzione con le alluvioni causate dalle rotte del fiume Reno tra il 1750 e il 1800 (la vecchia chiesa si trovava sopra a un rialzo, rispetto al resto del paese), la nuova conformazione morfologica del terreno, causata proprio dai detriti di quelle alluvioni, fece sì che il terreno su cui sorgeva la chiesa si venisse a trovare a un livello inferiore rispetto al nuovo livello del paese. Per questo motivo nel corso del 1800 la chiesa fu continuamente interessata dalla presenza di acqua di ritorno dai canali collegati con le valli di Malalbergo.

La nuova e imponente chiesa parrocchiale venne costruita nel 1895 su disegno del capomastro Giacomo Benfenati, quando l’umidità aveva ormai reso inagibile la vecchia chiesa. Alcuni anni dopo, nel 1901, fu eretta la torre campanaria.

Negli anni ’60 del ventesimo secolo vi furono importanti lavori di sistemazione del pavimento, del tetto e del campanile. Negli stessi anni, a seguito delle novità introdotte dal concilio Vaticano II, vennero rimosse sia le balaustre degli altari che il pulpito e venne posizionato l’attuale altare.

La chiesa fu danneggiata dal terremoto del 2012 e nel 2018 partì un nuovo restauro, conclusosi con la riapertura della chiesa il 16 luglio 2021 alla presenza del Card. Matteo Maria Zuppi.

Galliera

Cronotassi parroci

1548-1578 Don Giorgio Nannini Grazia
1578-1590 Don Benedetto Cavallini
1591-1594 Don Vincenzo Carrocci
1594- 1614 Don Andrea Conti
1614-1615 Don Domenico Pistorini
1615-1627 Don Giovanni Vezzosi
1627-1633 Don Lorenzo Sibani
1633-1666 Don Giuseppe Ognibene
1666-1675 Don Antonio Orsatti
1675-1692 Don Giovanni Tombelli
1692-1712 Don Giambattista Lei
1712-1738 Don Giovanni Bertuzzi
1738-1743 Don Clemente Melloni
1743-1763 Don Gianmaria Gnesini
1763-1771 Don Pier Francensco Gnesini 
1771-1771 Don Francesco Ronchini
1772-1802 Don Gian Battista Fabbri
1802-1808 Don Sebastiano Cavicchi
1808-1843 Don Benedetto Borgatti
1843-1878 Don Luigi Grotti
1878-1904 Don Raffaele Cardinali
1904-1928 Don Gaetano Mastellari
1928-1940 Don Giuseppe Baroni
1941-1993 Monsignor Nello Bagni
1993-2007 Don Graziano Rinaldi Ceroni
2007-2011 Don Simone Zanardi

Amministratori Parrocchiali
2011-2012 Don Giampaolo Trevisan
2012-2021 Don Matteo Prosperini
2021- Don Marco Malavasi

Arte

L’ampia navata unica è affiancata da cappelle laterali, comunicanti fra loro. Tutte le coperture, comprese la cupola del presbiterio e il catino absidale, sono state decorate a tempera da Cesare Mauro Trebbi (1847-1931) con storie di Maria, figure di Santi e angeli, accompagnate da scritte in latino, rispondenti a una simbologia complessa che rimanda al titolo di Nostra Signora del Monte Carmelo e alle Litanie lauretane.

La chiesa possiede alcuni dipinti importanti, provenienti dalla vecchia parrocchiale (demolita nel 1885), che furono restaurati e presentati in una memorabile serata nel 1993. Al manierista bolognese Ercole Procaccini è attribuita la Madonna con Bambino e i Santi Giuseppe, Lorenzo, Elena (seconda metà del Cinquecento); alla bottega del centese Benedetto Gennari (frequentata dal giovanissimo Guercino) si deve la Madonna con Bambino e i Santi Antonio Abate, Antonio da Padova e Giovanni Battista (inizio del Seicento); al piemontese Vincenzo Spisanelli (1595-1663) il S. Giovanni Battista collocato sopra il fonte battesimale; un S. Carlo Borromeo è riferibile a Bartolomeo Cesi (1556-1629); La Madonna del Carmine con i Santi Francesco di Paola e Vincenzo Ferrer, opera del bolognese Giuseppe Carlo Pedretti (1772) è posta sull’altare maggiore.