Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio

San Vincenzo

Dove si trova?

Santi Vincenzo e Anastasio

Storia

La Pieve dei Santi Vincenzo e Anastasio è una delle chiese più antiche della pianura bolognese, fondata nel VII-VIII secolo d.C. lungo un'importante via di comunicazione tra Bologna, il Veneto e la zona sud di Ferrara.

La pieve sorgeva accanto a un castello nei pressi dell'odierna "tenuta Vittorina" in via Valle.

Nell'anno 898 la pieve di san Vincenzo venne citata per la prima volta nel "placito di Cinquanta", un documento di epoca carolingia riguardante una contesa sulla proprietà di alcuni terreni dell'abbazia di Nonantola. La pieve era situata nel Saltopiano, antica struttura fondiaria e agraria in cui era forte l'influenza modenese pur essendo in diocesi di Bologna.

Nel XIV sec. la pieve di san Vincenzo aveva una forte prevalenza giurisdizionale sulle chiese vicine (circa 20 parrocchie e un ospedale) e il parroco era eletto da un collegio di canonici.

In seguito il giuspatronato venne affidato al sig. Giacomo Ferretti di Bologna all'inizio del XV sec., nel 1428 al sig. Aldrovandino Turchi di Ferrara e nel 1570 alla Serenissima casa d’Este residente in Ferrara, alla quale spettava di eleggere il parroco di San Vincenzo.

Dal XVIII al XIX sec. al plebanato di San Vincenzo afferivano 6 parrocchie: Malalbergo, Pegola, Maccaretolo, S. Venanzio, Galliera e Dosso.

Nel 1717 un'inondazione del Reno rende inaccessibile la pieve tanto che da detto anno fino al 1737 le funzioni vengono celebrate nell'oratorio di Santa Maria in Embriano di proprietà della Fam. Scardova (demolito nel 1795) e fu necessaria la costruzione della nuova chiesa, iniziata nel 1736 e conclusa nel 1737, in un terreno di proprietà di Francesco Bevilacqua acquistato da Rinaldo I d'Este, duca di Modena al quale spettarono anche le spese di costruzione.

Come testimonia una lapide commemorativa sulla parete sinistra della chiesa, il 20 ottobre 1770 Francesco III, duca di Modena cede il diritto di nomina dei parroci al Card. Vincenzo Malvezzi, arcivescovo di Bologna e principe del Sacro Romano Impero, che per l'occasione si recò in visita a San Vincenzo.

L'arciprete don Francesco Antonio Ronchini nel 1780 ultimò la costruzione della canonica ed il successore don Agostino Ortolani nel 1846 Costruì il campanile con 4 campane fuse dai Fratelli Riattieri di Reggio Emilia.

A metà '800 un'ulteriore alluvione rese necessari dei nuovi restauri della chiesa durante i quali vennero costruiti dei nuovi altari e vennero affrescate le cappelle laterali.

Nel 1854 venne commissionata la nuova pala d'altare (vedi sotto) realizzata da Luigi Manzini, pittore della corte estense a Modena, raffigurante i santi patroni.

Anche il XX secolo fu ricco di cambiamenti per la pieve tra i quali la costruzione del nuovo altare maggiore nei primi anni del '900, la realizzazione della nuova facciata in cemento di ordine toscano da parte dell'ing. Tabarroni nel 1925 e la fusione di due nuove campane da parte di Giuseppe Brighenti, in seguito alle requisizioni del regime fascista (1949). Tra il 1968 ed il 1969 la chiesa venne restaurata e adeguata liturgicamente (anche tramite la donazione del nuovo altare ligneo da parte della dirigenza dell'azienda SIAPA).

Il terremoto del 2012 rese inagibile la pieve che venne restaurata e riaperta al culto il 2 aprile 2015.

La Pieve possedeva numerosi terreni facenti parte del beneficio di San Vincenzo, molti dei quali ad oggi venduti, e l'antica abbazia di San Prospero, distrutta dai bombardamenti americani nel 1944.

La parrocchia ha come patrona anche la Madonna del Manzatico (cartapesta del sec. XIX) che si celebra la terza domenica di settembre ed il cui titolo deriva dal nome del borgo medievale Dalmanzatico la cui posizione corrisponde all'attuale abitato di San Vincenzo a est della ferrovia.

Cronotassi dei parroci

Eletti dai Canonici della pieve

1449-1469 Don Paolo Rizzi

1469-1522 Don Pietro Quinto

1522-1560 Don Ippolito Ziglioli

Eletti da sig. Aldrovandino Turchi di Ferrara

1560-1570 Don Domenico Bellentini

Eletti dalla Serenissima Casa D’Este

1570-1574 Don Girolamo Bellentini

1574-1602 Don Camillo Delfiero

1602-1610 Don Paolo Guastamigli

1610-1634 Don Virgilio Maceratori

1634-1654 Don Giovanni Francesco Cappelli

1654-1678 Don Antonio Rocca

1678-1733 Don Pietro Ronchi

1733-1758 Don Giorgio Cavani

1758-1768 Don Paolo Antonio Mori

1769-1772 Don Domenico Arrighi

Eletti dall’Arcivescovo pro tempore di Bologna

1772-1799 Don Francesco Antonio Ronchini

1799-1827 Don Agostino Ronchini

1827-1871 Don Agostino Ortolani

1871-1892 Don Natale Alvisi

1892-1931 Don Domenico Trerè

1931-1954 Don Virginio Brunelli

1954-1998 Don Dante Bolelli

1999-2005 Don Luca Marmoni

2005-2012 Don Giampaolo Trevisan

2012-2021 Don Matteo Prosperini

2021- Don Marco Malavasi


Arte

La facciata in cemento risale al 1934. 

L’interno è a navata unica, con cappelle laterali. 
Sulla parete di sinistra si trova un’epigrafe che ricorda la cessione del giuspatronato al cardinale Vincenzo Malvezzi da parte di Francesco III duca di Modena (1770). 
Il coro è di forma rotonda ed il battistero è composto da una vasca marmorea proveniente dalla vecchia chiesa e dalla sua copertura originale in noce del XVIII sec.

Le cinque cappelle laterali sono dedicate a Sant'Antonio di Padova, Immacolata Concezione, San Giuseppe, Madonna del Rosario e San Francesco.


La documentazione conservata nell’archivio parrocchiale non permette di ricavare una datazione dei dipinti, come lo Sposalizio della Vergine e l’Immacolata Concezione (quest’ultima inserita in una bella cornice settecentesca), a eccezione della pala dell’altare maggiore, che raffigura la Madonna col Bambino e i due Santi titolari, datata 1857.

L’unica testimonianza relativa a qualcosa di prezioso riguarda la cappella dedicata alla Madonna del Rosario: la statua in stucco del 1851 era circondata da 15 quadretti ovali con i Misteri del Rosario, forse riferibili alla scuola di Guido Reni. “Era”: infatti, i quadretti furono rubati nel 1973, mai più ritrovati e sostituiti da fotografie in bianco e nero.

Territorio parrocchiale

Il territorio della Parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio confina a nord ovest con la parrocchia di San Venanzio di Galliera, a nord est con la parrocchia di San Michele Arcangelo di Poggio Renatico, a est con la parrocchia di Sant'Antonio Abate di Malalbergo, a sud con la parrocchia di Sant'Andrea di Maccaretolo ed a sud ovest e ovest con la parrocchia di Santa Maria di Galliera.

Storia del territorio parrocchiale 

Dal Trecento il territorio parrocchiale della chiesa di San Vincenzo era già simile a quello attuale anche se successivamente sono state effettuate delle modifiche per venire incontro alle esigenze spirituali dei fedeli, spesso lontani dalla chiesa parrocchiale. Nel XVII sec. vennero stralciati dal territorio parrocchiale della pieve i terreni al di là del fiume Reno, verso Ferrara, corrispondenti all'attuale località di Case Reno Sabbioni in comune di Poggio Renatico, e accorpate alle parrocchie di San Michele Arcangelo di Poggio Renatico e di Santa Caterina di Gallo. Negli anni '20 del Novecento, con decreto arcivescovile del Card. Giovan Battista Nasalli Rocca da Corneliano, la località Bosco, corrispondente alle attuali vie Valle (fine), Ca' Bianca e Reno Est (fine), data la lontananza dalla pieve e l'impossibilità dell'edificazione di una cappella in loco, venne ceduta alla parrocchia di Sant'Antonio Abate di Malalbergo. Nel 1960 con altro decreto arcivescovile del Card. Giacomo Lercaro il territorio parrocchiale della pieve immediatamente a est della chiesa di San Venanzio cioè le attuali vie San Venanzio (fine),Cavallini, Onorato Malaguti, Rino Bergami, Ortigara e Guglielmo Marconi fino alla ferrovia (escluso l'abitato di San Prospero che è tutt'ora in parrocchia di San Vincenzo) venne unito alla parrocchia di San Venanzio. Nello stesso anno, col medesimo decreto vennero unite alla parrocchia di san Venanzio le vie dell'abitato di San Venanzio tra lo scolo Riolo e il pilastrino di Via San Vincenzo (ora situato dietro l'attuale Coop) e venne invece unito alla parrocchia di San Vincenzo il territorio tra lo scolo Renello e l'incrocio tra via Sant'Alberto e via Vittorio Veneto, in sostanza, la fine di via Vittorio Veneto e il civico 2 di via Sant'Alberto fino al ponte della Madonna che prima appartenevano alla parrocchia di Santa Maria di Galliera.

Attualmente nel territorio della parrocchia dei Santi Vincenzo e Anastasio risiedono 2.302 persone, nelle seguenti vie:

-Via S. Francesco

-Via Valle dal n. 1 all'incrocio con via S.Francesco

-Via Reno Est dal n. 1 all'incrocio con via S. Francesco (11)

-Via Bassa

-Via Francesco Parma

-Via Piave

-Via Soresano n. 1-2

-via Provinciale n. 1 (due case prima dell'incrocio con via Scala Ponente venendo da S. Vincenzo)- 119

-via S. Prospero

-via Cirillo Bassi

-via Guido Cantelli

-via Giuseppe Fanin

-via Ezio Villani

-via della Solidarietà

-via Costruttori di pace

-piazza del Manzatico

-via Francesco Petrarca

-via Giovanni Boccaccio

-via Dante Alighieri

-via Vittorio Veneto

-via XXV Aprile 1945

-via XXIII Aprile 1945

-via della Pace dal n. 1 al 292 (altezza coop)

-via XXIV Maggio dal n. 1 al 10 (altezza coop)

-via S. Vincenzo da 1 a 5a (pilastrino dietro Coop)

-via Sergio Cinti

-via Sant'Alberto n. 2